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La mattina di sabato 3 dicembre 2022, all’Istituto d’Istruzione Superiore Sraffa di Brescia, si è tenuto un incontro con diverse Associazioni di Volontariato, promosso dal Centro di Servizi di Volontariato della città e intitolato “Scegli il tuo volontariato”, a cui hanno partecipato, con piacevole interesse, alcuni studenti della scuola.

Tra le altre ha partecipato pure l’Associazione di cui faccio parte, il Vol.Ca. (Volontariato Carcere), che ha avuto così l’occasione di presentare le sue attività e lo spirito che le anima agli studenti, perché possano considerare per il futuro anche un loro volontariato a servizio delle persone detenute e dei loro familiari.

Sono stata contenta di aver apportato anche io, insieme ad altri miei soci, un piccolo contributo con la mia testimonianza su una realtà tanto importante quanto delicata come quella che riguarda il mondo carcerario.

Sono un’insegnante della scuola primaria e da sempre ho nutrito un particolare interesse per il disagio sociale.

Lavoro con piacere insieme ai bambini dai 6 ai 10 anni e nel tempo, da quando ho concretizzato questo desiderio, mi sono accorta che mi arricchisce molto soprattutto a livello umano, e questo nonostante le molteplici difficoltà che si vivono nella scuola. Si incontrano bambini che vivono le più svariate problematiche: da quelle affettive, a quelle fisiche, a quelle psicologiche o psico-fisiche insieme, per cui a contatto con loro e le sofferenze che riportano non può che aprirsi l’animo nei loro confronti che sono piccoli e si rivolgono, a noi, con le loro richieste di aiuto. Ho quindi a che fare, in qualche modo, con il disagio.

Vivo a Brescia da circa dieci anni e tra le varie conoscenze acquisite ho incontrato delle belle e interessanti realtà. Queste realtà hanno un nome e quelle alle quale faccio riferimento sono l’Associazione Vol.Ca. e da poco anche l’Associazione “Carcere e territorio”, entrambe legate al mondo carcerario.

Tramite il Vol.Ca. e attraverso delle persone amiche che ho conosciuto con il tempo, ho iniziato a fare esperienza nel carcere di Verziano dove con un gruppo di altre persone partecipo all’animazione della messa, visito i detenuti che devono finire di scontare la pena presso gli appartamenti messi a disposizione per loro dall’Associazione e, insieme a qualche altro volontario, ci si reca presso gli appartamenti per controllare che nulla manchi agli ospiti.

Posso raccontare qualche esperienza.

L’anno scorso per tutto il mese di giugno ho impartito lezioni di alfabetizzazione a un giovane detenuto straniero che aveva un disagio culturale. Non conosceva l’italiano e faticava a capire e a farsi capire. Vedere il suo entusiasmo equiparato al mio e leggere la sua gioia negli occhi è stato bellissimo.

Quest’anno ho offerto la mia presenza, proprio in carcere, per qualche tempo, a una giovane detenuta per permetterle di collegarsi on line con l’università e poter sostenere gli esami in psicologia.

Da poco a un’ospite degli appartamenti ho offerto la disponibilità ad aiutarla per il trasloco nella casa dove andrà ad abitare quando avrà finito di scontare la pena.

Piccoli servizi che arricchiscono me e aiutano loro che non si sentono e non si vedono abbandonati, ma sostenuti moralmente e nei bisogni materiali. Tra l’altro mi è stata offerta anche la possibilità di partecipare ai colloqui in carcere, consistenti nell’ascolto delle fatiche e dei bisogni, per riportarli poi all’Associazione affinché possano essere aiutati al meglio; spero di poter iniziare al più presto.

Questa disponibilità disinteressata comporta pazienza, impegno, coerenza, ascolto,  confronto, condivisione, conforto e rassicurazione, senza giudizio. In una parola l’impegno e lo scopo sono quelli di ridare dignità e valori, rinnovati da una forza carica di una diversa luce, per rendere possibile la realizzazione di una nuove speranza e vita.

Silvana Lepore