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L’Eucaristia: dono d’amore in carcere

L’Eucaristia: dono d’amore in carcere

Nel tardo pomeriggio di giovedì 21 novembre 2019 si è svolto a Brescia, presso la Fraternità “Tenda di Dio” in via della Lama 20, un incontro di spiritualità dei soci Vol.Ca. (Volontariato Carcere), tenuto dal Vescovo Mons. Pierantonio Tremolada.

All’incontro – che ha visto anche la presenza di don Maurizio Rinaldi, Marco Danesi e Tiberio Boldrini, della Caritas diocesana, nonché di don Adriano Santus, cappellano della Casa Circondariale “Nerio Fischione” della città, e del suo collaboratore don Stefano Fontana – hanno preso parte anche i volontari che animano la Messa domenicale nei due istituti penitenziari bresciani.

Il tema della riflessione, introdotta da Caterina Vianelli, presidente Vol.Ca., è stata la Lettera Pastorale 2019-2020 del Vescovo, dal titolo Nutriti dalla bellezza. Celebrare l’Eucaristia oggi, letta alla luce dell’esperienza del volontariato penitenziario e della realtà del carcere.

Nel capitolo L’Eucaristia e il mondo della Lettera Pastorale si legge: «L’Eucaristia rende attuale il mistero pasquale come vittoria dell’amore di Dio sulla morte e […] pone all’interno della storia il germe di una rigenerazione costante della socialità umana».

Il pane e il vino che diventano il corpo e il sangue del Signore si donano per la salvezza del mondo. Pertanto l’amore del Signore per l’umanità, che si rinnova ogni volta in cui si celebra l’Eucaristia, illumina anche la triste realtà del carcere: tra le sue mura la morte e la risurrezione di Gesù vincono il peccato e donano la vera Vita alle persone che vi abitano.

Di fronte al male compiuto – si legge ancora nella Lettera Pastorale –, alla sua consapevolezza e al suo pentimento, Dio non abbandona l’uomo, ma gli promette di non lasciarlo da solo e gli regala un futuro: la costruzione della città.

Ed è così che il volontariato penitenziario, nell’umiltà e nel limite del possibile, cerca di essere segno di questa misericordia: stare accanto alle persone che hanno commesso un reato significa accompagnarne il dolore, far maturare una presa di coscienza, aiutare in un percorso di reinserimento sociale, costruendo insieme una città fatta di legalità, casa, lavoro, relazioni familiari e sociali.

L’Eucaristia, allora, sta alla sorgente di questo impegno come un atto di amore che si rinnova continuamente, cancellando il male e facendo risorgere a vita nuova.

Al termine dell’incontro Mons. Pierantonio Tremolada ha ricevuto in dono una scultura realizzata dai detenuti di Verziano, partecipanti al laboratorio di arte, che raffigura il volto di Gesù morto, a rappresentare una sofferenza che già prefigura la risurrezione.

C.V.