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Secondo incontro corso di formazione del 20 ottobre 2023

Secondo incontro corso di formazione del 20 ottobre 2023

Percorso di formazione per volontari in ambito penitenziario: Farsi prossimi con competenza

Venerdì 20 ottobre 2023 si è svolto, presso la sede dell’Istituto Missionari Comboniani a Brescia, il secondo incontro del “Percorso per volontari in ambito penitenziario”, promosso dal Vol.Ca. insieme all’Unione Giuristi Cattolici e alla Caritas diocesana di Brescia.

Dopo il saluto iniziale degli organizzatori del corso, gli Avvocati Alessandro Bertoli e Mauro Bresciani, è stato approfondito il tema:

“Misure cautelari ed esecuzione penale esterna. Varie tipologie di esecuzione penale, funzioni e organizzazione dell’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (Uepe)”.

Relatori gli Avvocati Ennio Buffoli e Stefano Paloschi.

VOLONTARIATO ACCANTO AI POVERI

VOLONTARIATO ACCANTO AI POVERI

VOLONTARIATO ACCANTO AI POVERI

Nella Giornata Internazionale per l’eradicazione della povertà, martedì 17 ottobre 2023, alle ore 9.15, presso la sede del Centro Servizi di Volontariato in via Emilio Salgari 43/b a Brescia, si è svolto il Convegno “Volontariato: accanto ai poveri”, promosso dallo stesso CSV per riflettere sulle tante situazioni di povertà presenti anche a Brescia e provincia. Dopo l’introduzione del Presidente del CSV di Brescia, Dott. Giovanni Vezzoni, ha preso la parola la Prof.ssa Daniela Marzana, del Centro di Ricerca sullo Sviluppo di Comunità e i Processi di Convivenza (Cerisvico) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, sul tema: “Brescia: uno sguardo alle povertà”. Quindi è seguito un momento di racconto, “I volti delle povertà: alcune storie vere”, durante il quale alcuni rappresentanti di associazioni del Terzo Settore bresciano hanno riportato voci di loro assistiti. Tra questi anche Suor Isabella Belliboni, Vice Presidente del Vol.Ca. (Volontariato Carcere), ha letto una significativa testimonianza di una persona ex detenuta, seguita dall’associazione, che riportiamo qui di seguito.

***

Vivo a Brescia. Da quando, tanti anni fa sono rimasto vedovo con tre figli piccoli, è stato per me un dolore immenso. La mia non è stata una vita facile, e non lo è neanche oggi, che da un anno ho finito di scontare la mia condanna. Ho avuto infatti la sfortunata esperienza – voluta e non voluta – di andare in carcere. Ho trascorso tanti anni in diversi istituti penitenziari d’Italia. Ho commesso reati soprattutto per il bisogno di “campare”, di avere dei soldi per mantenere la mia famiglia (quando ancora era con me), perché avevo perso il lavoro. Non sto qui a rivangare il passato, ma sono stati anni duri e difficili. La carcerazione ha complicato ancora di più tutto. I problemi erano tanti. In questa grande difficoltà ho trovato grande conforto nella fede in Dio (che non mi è mai mancata, sicuro del suo perdono) e nel sostegno dei volontari e, a Brescia, dei volontari del Vol.Ca. In carcere facevo colloquio con loro. Esponevo il mio disagio, la mia solitudine, le mie necessità. Sono stati sempre presenti sia per ascoltarmi sia per darmi un aiuto materiale. Loro erano lì per me! Sono stati come una luce nel buio delle mie giornate. Quando il Giudice me lo ha permesso, sono stato accolto in un appartamento protetto del Vol.Ca. per persone in esecuzione penale esterna. Mi hanno ospitato per due anni, durante i quali insieme all’associazione ho fatto un percorso di reinserimento sociale. Mai dimenticherò il supporto che mi è stato donato! Non avevo una casa, perché l’ho persa quando sono stato incarcerato, e non potevo essere ospitato dai figli (che fanno la loro vita!). Il Vol.Ca. mi ha accolto nel suo appartamento e siccome, oltre alla casa non avevo i soldi, mi ha aiutato per tutte le mie spese: alimentari, mediche, trasporto, vestiario, ecc. Ho avuto anche problemi di salute, con ricoveri in ospedale, e i volontari mi sono sempre stati accanto. Quando ti trovi in una situazione in cui hai bisogno di tutto, trovare un’associazione che si fa carico di te, che si prende cura di te, significa ritrovare anche fiducia e speranza nella vita. I volontari mi sono sempre stati vicini, con il loro affetto, le buone parole, a volte, devo dire, anche con il richiamo. Mi hanno anche aiutato a prendere la pensione. C’è voluto tempo per il disbrigo delle pratiche (nel frattempo ho svolto dei lavoretti), ma alla fine ho potuto ottenere anche io la mia pensione. Non è alta, ma mi consente di vivere. Andando verso il fine pena, era arrivato anche il momento di andare in autonomia. Ho iniziato così a guardarmi attorno per una casa. Con il consiglio dei volontari ho partecipato al bando di una istituzione privata e, siccome avevo i requisiti, l’ho superato prendendo così un appartamento in affitto tutto per me! E anche qui l’associazione non mi ha lasciato solo, ma mi ha aiutato ad arredare la casa e a coprire le spese necessarie. Oggi, che sono libero, devo dire – in tutta sincerità e a cuore aperto – che la vita non è facile per niente. Tante sono le spese. Mi rivolgo ai Servizi Sociali, ma ci sono sempre intoppi; gli amici (almeno quelli che credi tali) non sempre sono disposti ad aiutarti. Il rischio di tornare a commettere errori può esserci, ma non lo voglio fare, perché oltre a essere causa di sofferenza so dove andrei a finire e dovrei ricominciare tutto da capo. E così, tiro avanti… mi affido al Signore nelle preghiere e vado a trovare i volontari perché so che loro ci sono sempre, anche solo per un conforto. Meno male che ci sono loro a tendermi le braccia! Non lo dico per retorica, è la pura verità, Dio me ne è testimone. Ho scritto questa testimonianza in tutta sincerità, con le parole che mi uscivano dal cuore: in mezzo alla povertà della vita dico il mio grazie ai volontari con tutta la mia stima e il mio affetto.

Franco

Giornata del Volontariato

Giornata del Volontariato

IL VOLONTARIATO PER UN MONDO MIGLIORE

Domenica 1 ottobre 2023, si è svolta a Pisogne (Brescia), sulle sponde del Lago d’Iseo, la prima Giornata del Volontariato, organizzata dall’Assessorato alle Politiche Giovanili e dalla Commissione Giovani del Comune di Pisogne.

L’associazione Vol.Ca. (Volontariato Carcere) è stata invitata per portare la sua esperienza di volontariato a favore delle persone detenute e delle loro famiglie durante un momento di incontro pubblico, che si è tenuto al mattino.

Dopo i saluti istituzionali, a partire dal Sindaco Federico Laini, si sono succeduti gli interventi dei volontari Vol.Ca.: la Presidente Caterina Vianelli ha parlato sul valore e lo stile del volontariato nelle sue diverse forme, con particolare riferimento a quello impegnato nella realtà penitenziaria; la Vice Presidente suor Isabella Belliboni sulle Accoglienze, appartamenti protetti, gestiti dall’associazione per persone in esecuzione penale esterna; il volontario Giacomo Marini sul servizio del Segretariato Sociale e del Guardaroba negli istituti penitenziari bresciani.

In conclusione, ha portato la sua significativa testimonianza Cristina, ospite di un’Accoglienza, che pubblichiamo qui di seguito per evidenziare quanto bene può fare un’azione di volontariato in situazioni difficili della vita.

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Sono Cristina. Ho incontrato l’associazione Vol.Ca. (Volontariato Carcere) di Brescia in un brutto momento della mia vita. Da quando ho incontrato i volontari la mia vita è diventata più bella.

Per me loro non sono volontari, cioè persone che fanno solo dei servizi per me, ma sono amici che mi vogliono bene e io voglio bene a loro con tutto il mio cuore.

Quando ero in carcere la mia situazione era veramente molto difficile. Non potevo fare colloqui con i parenti perché la mia famiglia è lontana in Romania; non potevo quindi vedere la mia bambina e i miei familiari.

Inoltre, convivere con altre persone, avere a che fare con le altre donne detenute, che hanno caratteri e sensibilità diverse da te, è molto brutto: fuori queste persone le puoi evitare, ma dentro il carcere no, ci devi andare d’accordo per forza.

Ho avuto però la fortuna, dentro il carcere, di poter lavorare e questo mi ha permesso di riempire il mio tempo, di andare avanti con fiducia, di cominciare a guadagnare dei soldi, necessari per me e per mia figlia. Il lavoro, dentro, per me è stato di grande aiuto: il lavoro è importante, lavorare è importante.

Quando, nello sconto della mia condanna, sono rientrata nei termini per chiedere al Giudice una misura alternativa alla pena carceraria, si è presentato un grande problema: non avevo una casa in cui andare, una famiglia disposta ad ospitarmi perché i miei parenti vivono in Romania. Tutto questo pesava sul mio cuore!

L’incontro con i volontari del Vol.Ca. è stato l’incontro che mi ha cambiato la vita. Loro mi guardano e mi parlano come a una persona “normale”, cioè non come a una carcerata. Incontrare loro – persone a cui io voglio bene con tutto il mio cuore – mi ha dato una speranza. Ho incominciato a credere che potevo andare avanti nella vita non più da sola ma con loro accanto a me. Mi sono sempre stati vicino con affetto e consigli.

Mi hanno dato la possibilità di essere ospitata nel loro appartamento “protetto” per persone in misure alternative. Il Giudice ha accettato la mia richiesta di uscire in affidamento all’Uepe in una casa del Vol.Ca.

Il giorno in cui sono arrivata nel loro appartamento mi sono sentita profondamente felice e libera, sicura di poter andare avanti.

La mia giornata trascorre tra il lavoro, le pulizie della casa e la spesa; sento al telefono la mia bambina e la mia famiglia, mi incontro con i volontari e dedico io stessa del tempo al volontariato in un gruppo Caritas parrocchiale.

Sono certa che un giorno potrò ritornare in Romania e che tutta la sofferenza, che ho provato e che provo stando lontana da mia figlia e dalla mia famiglia, finirà.

Io non posso cambiare il mio passato, il dolore che ho procurato con il mio reato, ma posso cambiare il mio presente e il mio futuro. Nella vita tutti sbagliamo, ma è importante rendersene conto e non fare più sbagli.

Ogni giorno mi impegno in una vita buona per essere una brava persona, migliore di quanto sia stata nel mio passato.

Ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicino e che mi stanno vicino. Grazie, dal profondo del mio cuore!

Primo incontro corso di formazione del 6 ottobre 2023

Primo incontro corso di formazione del 6 ottobre 2023

Percorso di formazione per volontari in ambito penitenziario: Farsi prossimi con competenza

Venerdì 6 ottobre 2023 con il saluto iniziale delle associazioni promotrici del corso – Caterina Vianelli (Presidente del Vol.Ca.), Silvana Bini (Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici di Brescia) e Marco Danesi (Vice Direttore della Caritas Diocesana di Brescia) – si è aperto il primo incontro del corso sul tema:

“Costituzione e Diritto Penitenziario. Cenni storici, norme sull’ordinamento penitenziario, il senso della pena”.

Hanno approfondito l’argomento gli organizzatori del corso: Alessandro Bertoli e Mauro Bresciani, Avvocati penalisti e consiglieri dell’Unione Giuristi Cattolici di Brescia.

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Da LA VOCE DEL POPOLO

Formarsi per poter aiutare

Un corso per volontari in ambito penitenziario perché acquistino le competenze per il servizio in carcere e per accompagnare i detenuti al di fuori

Il corso si impegna, infatti, a fornire ai volontari la conoscenza delle norme fondamentali relative all’ordinamento penitenziario, all’esecuzione della pena, alle figure che operano all’interno degli istituti penitenziari e agli aspetti più importanti per sostenere efficacemente le persone detenute, sia nel periodo della custodia cautelare sia in quello dell’esecuzione penale per favorirne il reinserimento nella società. Avere volontari formati quindi è “fondamentale – ha aggiunto Marco Danesi, vicedirettore di Caritas Diocesana – perché il volontario svolge un’azione di supporto al detenuto sia dentro la struttura carceraria, sia fuori, in fase di accompagnamento al reinserimento sociale, che è la parte più critica, dove se lasciato solo rischia la recidiva, quindi, il volontario è essenziale per offrire percorsi e stimoli alternativi di rieducazione”. Un ruolo perciò “di grande responsabilità e delicatezza, per questo necessita di una formazione permanente e consapevole – ha spiegato la presidente del Vol.Ca (Volontariato Carcere) ODV Caterina Vianelli. Crediamo molto nel recupero della persona che ha commesso reato, per questo il volontario diventa un punto di riferimento per il detenuto”.

Attenzione però “la figura del volontario non deve andare a sostituire quella dell’avvocato: non deve dare consigli legali, ma capire, comprendere e raccogliere le esigenze del detenuto in modo da poterle poi riferire in maniera corretta a educatori, direzione del carcere, etc − ha aggiunto l’avvocato Alessandro Bertoli coordinatore del corso −. Durante gli incontri, tratteremo anche il tema della giustizia riparativa, una novità introdotta dalla riforma Cartabia ancora in fase di sperimentazione: vogliamo dare ai volontari un’infarinatura anche su questo argomento perchè può essere che i detenuti facciano poi domande a riguardo. Inoltre, la Caritas di Bergamo ha già costituito da anni un centro di giustizia riparativa che sta lavorando bene, perciò potremmo valutare in futuro di portare quest’esperienza anche a Brescia”. Ventisette le persone già iscritte al corso, maschi e femmine sotto i 50 e sopra i 60 anni (per iscriversi, volca.bs@gmail.com), in partenza quindi, domani con il primo incontro dal titolo “Costituzione e diritto penitenziario” a cura degli avvocati Bertoli e Mauro Bresciani; il 20 ottobre sarà la volta delle “Misure cautelari ed esecuzione penale esterna” con gli avvocati Ennio Buffoli e Stefano Paloschi; a seguire, il 10 novembre “Ultima tra gli ultimi” tenuta da Bertoli e dall’avvocato Gabriella Pezzotta e infine, il 24 novembre “Giustizia riparativa e mediazione penale” con la partecipazione degli Avvocati Alessandro Bertoli, Mauro Bresciani insieme a Filippo Vanoncini co-fondatore e referente del centro di Giustizia Riparativa della Caritas di Bergamo.

ANNA BELOMETTI

08 ott 2023 14:05

LE ASSOCIAZIONI SI RACCONTANO

LE ASSOCIAZIONI SI RACCONTANO

Il 25 giugno 2023, dalle ore 9 alle ore 18.30, si è svolta in Piazza Vittoria a Brescia la manifestazione “Le Associazioni si Raccontano” (VII Edizione) – promossa dall’Associazione “Noi per Brescia” in collaborazione con il “Centro Servizi di Volontariato” di Brescia e con il patrocinio del Comune di Brescia -, un evento solidale durante il quale diverse realtà di volontariato locali, nazionali e internazionali presentano progetti e iniziative rivolte alle fasce più fragili della popolazione e ai territori più disagiati nel mondo. Anche noi volontari Vol.Ca. abbiamo aderito alla manifestazione con un nostro stand informativo. “Presenza, condivisione e sensibilizzazione” sono le parole che descrivono la semplice esperienza vissuta lungo tutta la giornata. La realtà del carcere, ne siamo consapevoli, non è un tema di diffuso interesse e per certi versi può provocare anche qualche resistenza in chi lo accosta per la prima volta sentendone parlare o, come è accaduto nella giornata del 25 giugno, incontrando i volontari che vi operano. Crediamo che giornate come queste siano sempre buone occasioni di sensibilizzazione e di avvicinamento della città al mondo del carcere, per evitare che di questo se ne senta parlare solo in occasione di spiacevoli episodi da prima pagina di giornale. La quotidianità che volontari e cappellani condividono con le persone ristrette all’interno e all’esterno del carcere (là dove le persone scontano la loro pena in una misura alternativa) è una ricca esperienza che mira a favorire la crescita umana non solo del ‘dentro’ ma anche di quel ‘fuori’, dove la persona ristretta tornerà a riprendere in mano la sua vita. Occasioni come la giornata del 25 giugno sono preziose per tutto questo

Suor Isabella

UNA TESTIMONIANZA DI VOLONTARIATO AGLI STUDENTI DELLO SRAFFA

UNA TESTIMONIANZA DI VOLONTARIATO AGLI STUDENTI DELLO SRAFFA

La mattina di sabato 3 dicembre 2022, all’Istituto d’Istruzione Superiore Sraffa di Brescia, si è tenuto un incontro con diverse Associazioni di Volontariato, promosso dal Centro di Servizi di Volontariato della città e intitolato “Scegli il tuo volontariato”, a cui hanno partecipato, con piacevole interesse, alcuni studenti della scuola.

Tra le altre ha partecipato pure l’Associazione di cui faccio parte, il Vol.Ca. (Volontariato Carcere), che ha avuto così l’occasione di presentare le sue attività e lo spirito che le anima agli studenti, perché possano considerare per il futuro anche un loro volontariato a servizio delle persone detenute e dei loro familiari.

Sono stata contenta di aver apportato anche io, insieme ad altri miei soci, un piccolo contributo con la mia testimonianza su una realtà tanto importante quanto delicata come quella che riguarda il mondo carcerario.

Sono un’insegnante della scuola primaria e da sempre ho nutrito un particolare interesse per il disagio sociale.

Lavoro con piacere insieme ai bambini dai 6 ai 10 anni e nel tempo, da quando ho concretizzato questo desiderio, mi sono accorta che mi arricchisce molto soprattutto a livello umano, e questo nonostante le molteplici difficoltà che si vivono nella scuola. Si incontrano bambini che vivono le più svariate problematiche: da quelle affettive, a quelle fisiche, a quelle psicologiche o psico-fisiche insieme, per cui a contatto con loro e le sofferenze che riportano non può che aprirsi l’animo nei loro confronti che sono piccoli e si rivolgono, a noi, con le loro richieste di aiuto. Ho quindi a che fare, in qualche modo, con il disagio.

Vivo a Brescia da circa dieci anni e tra le varie conoscenze acquisite ho incontrato delle belle e interessanti realtà. Queste realtà hanno un nome e quelle alle quale faccio riferimento sono l’Associazione Vol.Ca. e da poco anche l’Associazione “Carcere e territorio”, entrambe legate al mondo carcerario.

Tramite il Vol.Ca. e attraverso delle persone amiche che ho conosciuto con il tempo, ho iniziato a fare esperienza nel carcere di Verziano dove con un gruppo di altre persone partecipo all’animazione della messa, visito i detenuti che devono finire di scontare la pena presso gli appartamenti messi a disposizione per loro dall’Associazione e, insieme a qualche altro volontario, ci si reca presso gli appartamenti per controllare che nulla manchi agli ospiti.

Posso raccontare qualche esperienza.

L’anno scorso per tutto il mese di giugno ho impartito lezioni di alfabetizzazione a un giovane detenuto straniero che aveva un disagio culturale. Non conosceva l’italiano e faticava a capire e a farsi capire. Vedere il suo entusiasmo equiparato al mio e leggere la sua gioia negli occhi è stato bellissimo.

Quest’anno ho offerto la mia presenza, proprio in carcere, per qualche tempo, a una giovane detenuta per permetterle di collegarsi on line con l’università e poter sostenere gli esami in psicologia.

Da poco a un’ospite degli appartamenti ho offerto la disponibilità ad aiutarla per il trasloco nella casa dove andrà ad abitare quando avrà finito di scontare la pena.

Piccoli servizi che arricchiscono me e aiutano loro che non si sentono e non si vedono abbandonati, ma sostenuti moralmente e nei bisogni materiali. Tra l’altro mi è stata offerta anche la possibilità di partecipare ai colloqui in carcere, consistenti nell’ascolto delle fatiche e dei bisogni, per riportarli poi all’Associazione affinché possano essere aiutati al meglio; spero di poter iniziare al più presto.

Questa disponibilità disinteressata comporta pazienza, impegno, coerenza, ascolto,  confronto, condivisione, conforto e rassicurazione, senza giudizio. In una parola l’impegno e lo scopo sono quelli di ridare dignità e valori, rinnovati da una forza carica di una diversa luce, per rendere possibile la realizzazione di una nuove speranza e vita.

Silvana Lepore

Gruppo di lettura

Gruppo di lettura

Il Carcere di Brescia vede un nuovo spazio di libertà, la più grande delle libertà, quella mentale. E dove possono fuggire-senza-scappare i nostri amici reclusi?! Ma naturalmente in Biblioteca! Eh sì, Biblioteca, con la B maiuscola. Che la lettura è una cosa seria. Che la libertà intellettiva è ciò che evita la perdita della libertà fisica. Che rieducazione significa cultura!

 

LeggereLibera-NeroFischione

LeggereLibera-NeroFischione

UNA GIUSTIZIA ALTA E ALTRA

UNA GIUSTIZIA ALTA E ALTRA

“UNA GIUSTIZIA ALTA E ALTRA”

La mediazione è l’argomento a cui è dedicato il libro di Maria Martello, giudice presso la Corte di Appello di Milano, che tratta anche di diritto, umanesimo e cultura, analizzando situazioni particolarmente delicate.

Il testo, diviso in tre parti, prende spunto dal quotidiano, osservando che «il Diritto evolve, è materia viva che muta per accogliere, integrare o lasciare il posto, almeno in parte, a nuove forme più rispondenti al futuro che vogliamo costruire» (p. 13). Dalla riflessione emerge un nuovo modo di intendere la giustizia, per superare i conflitti che la vita di tutti i giorni presenta nella comunità civile. Un diverso rapporto con il prossimo è l’incipit di ogni possibile relazione, evidenziando ciò che unisce piuttosto che ciò che divide.

Lo studio dimostra come l’arte del mediare divenga una nuova modalità dell’essere. Nell’accurata prefazione, Cristina Simonelli evidenzia come esso sia «un approccio complessivo, la cui pietas e la cui sacralità attraversano la storia di tutti» (p. 10).

L’autrice mette in risalto l’origine antichissima dell’istituto, che si ritrova anche nel dialogo di san Francesco con il lupo, nei Fioretti: la parola prende il posto della violenza, per la costruzione di un percorso comune, non più dettato dall’individualismo.

La mediazione vuole raggiungere un obiettivo che non è limitato solo nell’attività dei tribunali, ma si estende anche ai vari contesti nei quali si manifesta: «La mediazione assume come suo scopo precipuo la trasformazione delle relazioni che hanno generato il contrasto, mutando in ciascuno dei confliggenti la percezione del punto di vista dell’altro e chiarendo, al contempo, il proprio, precisando gli obiettivi reali e le motivazioni che spingono a trovare vie d’uscita soddisfacenti per tutti» (pp. 122 s). Un’alterità dialogante che superi le fratture, costruendo un nuovo assetto sociale: «Soltanto tramite l’ascolto e la comprensione delle ragioni di entrambi i confliggenti – osserva l’autrice – si può pervenire all’accordo che non umili nessuno dei contendenti e riconosca a entrambi pari dignità» (p. 81).

Il volume offre spunti preziosi di riflessione, rivelandosi utile per i professionisti e per tutti coloro che vogliono avvicinarsi a un tema così importante per lo sviluppo della collettività.

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MARIA MARTELLO

UNA GIUSTIZIA ALTA E ALTRA. La mediazione nella nostra vita e nei tribunali, Prefazione di Cristina Simonelli, Edizioni Paoline, Milano 2022.

  • Il libro è stato presentato la sera di giovedì 3 novembre 2022 a Brescia, presso l’oratorio di Sant’Afra, durante un incontro organizzato dalla Libreria Paoline della città. Presentati da Valentina Costa, sono intervenuti Maria Martello, Mariapia Garavaglia, don Stefano Fontana e Luisa Ravagnani.