da Volca Brescia | Mag 6, 2019 | Canton Mombello, Verziano, Volontariato
Nelle tante domande ricevute dai ragazzi durante l’incontro tenuto presso il liceo scientifico “Leonardo” di Brescia, la richiesta di ogni singolo ragazzo era indirizzata a sapere come si vive in carcere, cos’è il carcere e quali sono le conseguenze a livello personale che il carcere può lasciare; le risposte sono state varie anche se tutte sapevano di sofferenza.
Sì, perché il carcere per me è sofferenza, è solitudine, è un completo isolamento dal mondo esterno e una lacerante lontananza da famigliari e persone care. Il carcere è un foglio sporco d’inchiostro strappato a metà, è un luogo dove cerchi fiori sul cemento e un po’ di verde su cui camminare, è un luogo privo di colori, dove cerchi risposte senza porgere domande, dove cerchi sorrisi tra un mare di lacrime annegando nella comune sofferenza, il carcere è un luogo che gli uccellini sorvolano impauriti, è una battaglia persa per tutti, è un luogo buio e dimenticato, dove timidamente solo il sole, filtrando tra le sbarre, sembra avere il coraggio di entrare, il carcere è un luogo dove esistono abbracci e dove le lancette sembrano fermarsi, dove i capelli si sporcano di bianco, il carcere è sofferenza.
Poi esistono loro, persone che ti offrono un sorriso gratuito, che ti accolgono, ti ascoltano, persone che quotidianamente attraversano i cancelli portando con sé una carezza e un po’ di speranza. I volontari per noi detenuti sono colori e grandi prati fioriti, sono attimi di un po’ di speranza. I volontari sono il domani.
Aver avuto la possibilità di condividere un’esperienza al loro fianco, con l’obbiettivo di offrire un consiglio, è stato per me motivo di grande orgoglio, poter raccontarmi e raccontare cosa rappresenta il carcere a ragazzi che stanno lasciando un’impronta sul sentiero che li condurrà verso un domani difficile e pieno di responsabilità, quasi come fossi una amico piuttosto che un fratello maggiore, è stato per me un ulteriore passo verso l’allontanamento da un passato che, da tempo, non sento più mio.
Grazie a tutte le persone che hanno dato la possibilità di esserci, perché è stata un’esperienza da cui esco decisamente arricchito, nella completa consapevolezza che, aprendo le porte delle prigioni che uno si porta dentro, tendendo una mano o semplicemente offrendo un piccolo aiuto, si aiuta in primis se stessi, rendendo il carcere un luogo di riflessione prima e di un domani sicuramente migliore, poi.
R.F.
da Volca Brescia | Gen 27, 2019 | Canton Mombello, Verziano, Volontariato
Scrive un volontario:
É il mio primo accompagnamento.
Un permesso di 4 ore, viaggio compreso. La terza uscita dopo 21 anni dentro, una minuscola scheggia di un fuori agognato. B. arriva quasi trafelato all’ingresso con un piccolo regalo per il nipotino sconosciuto e uno per la famiglia.
Dopo tre quarti d’ora di viaggio e di visto in caserma arriviamo. Entriamo nella piccola sala-cucina dove si stanno ultimando i preparativi per il pranzo, dopo i necessari saluti mi metto un po’ in disparte e osservo: baci e abbracci a tutti i presenti.
Due figli visti raramente, nipoti di cui non conosce il nome e l’anziana madre, l’unico contatto con il mondo di fuori, con il mondo del “prima”, l’unica persona che da sempre, un paio di volte al mese, fa visita a questo figlio rinchiuso. É lei che dirige i preparativi per il pranzo.
É un pranzo molto buono, sembra percorso da un sottile disagio per la presenza di questo padre, zio, suocero, figlio solitamente invisibile, forse un po’ dimenticato e che ora è lì a calamitare l’attenzione e un po’ di curiosità. Una presenza che forse spiazza.
Questa situazione mi ha fatto pensare a un acquario con un tempo un po’ sospeso, dove ognuno cerca di collocarsi, dove le parole sembrano giusto il riempitivo sonoro a un silenzio di contenuti, a un imbarazzo palpabile; come se ognuno cercasse di recitare la sua parte senza riuscire a capire cosa fare, cosa dire, come muoversi. Un tempo sospeso.
Durante il viaggio di ritorno mi ha raccontato che riesce a tirare avanti perché ha deciso di non voler conoscere nulla di quello che accade fuori, di quello che accade alle sorelle, ai figli, ai nipoti, alla sua prima moglie; così riesce ad avere la testa libera, senza pensieri su cui rimuginare e che lo potrebbero preoccupare. La sua vita mi ha fatto pensare a una doppia esclusione, una subita e una scelta.
L’unico legame con il fuori, contatto con il prima, è la sua mamma, questo mi ha suscitato una grande tenerezza, una sorta di sottile cordone che lo lega alla sua origine.
GB
da Volca Brescia | Nov 2, 2018 | Canton Mombello, Verziano, Volontariato
Giornata di celebrazioni a Ospitaletto
Brescia e dintorni, 1 novembre 2018
Alla presenza del vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada, che ha officiato anche la funzione religiosa delle 17 nella parrocchiale, è stata scoperta la stele dedicata a Giuseppe Bergamini, al quale è da oggi ufficialmente intitolata la Casa delle Associazioni di via Martiri della Libertà.
Il vescovo ha concluso l’omelia con un importante messaggio, reso ancor più eloquente dalla concomitanza della Festa dei Santi: “Bisogna lasciarsi stupire dal bene che c’è nel mondo e ricordare sempre che lo si può trovare scavando dentro se stessi, come una sorgente che scorre. Portare avanti l’opera di bene a cui altri hanno dedicato tutta una vita significa onorare la vita stessa”.
Cinzia Reboni BRESCIAOGGI 06/09/2018
Nella vita c’è chi semina e chi miete: noi oggi stiamo raccogliendo quello che qualcuno ha seminato tanti anni fa. Persone comuni, non intellettuali o filantropi di lunga data. Gente semplice che ha messo davanti a tutto la solidarietà e l’aiuto alle persone più fragili e deboli … piccoli grandi gesti quotidiani nei confronti di chi sta attraversando un’angusta strettoia della vita «Condividere un piatto di minestra e parlare, capire i problemi degli altri.
Premio Bulloni 1976
da Volca Brescia | Ott 29, 2018 | Canton Mombello, Verziano, Volontariato
Nata al cielo Madre Mirella Roda Volontaria in carcere dal 1976
Fondatrice del Vol. Ca. e di ACT
Ci piace ricordarla in due momenti
Il Premio Bulloni 2003 è stato assegnato quest’anno a Suor Mirella Roda di Brescia, Canossiana di via S. Martino della Battaglia, che da 27 anni svolge la sua missione apostolica tra le carceri di Canton Mombello e di Verziano.
Fondatrice del Vol.ca (Volontari carcere organizzato dalla Caritas diocesana di Brescia) e dell’associazione Carcere e Territorio, costituita nel maggio 1997.
Il carcere, cioè l’espiazione della pena, dovrebbe redimere, rieducare, permettere il reinserimento nella società. L’opera di Suor Mirella Roda va esattamente in questa direzione. Un lavoro silenzioso, fondamentale, svolto con zelo, sensibilità e intelligenza, per il quale va manifestata, col Premio Bulloni, la profonda riconoscenza delle pubbliche istituzioni e della società civile.
Buon compleanno, Madre Mirella! E’ Domenica ed è giorno della Catechesi, così doveva essere… voci di corridoio: è il compleanno di Suor Mirella!
Alle 14,30 Suor Mirella varca il cancello e tutte intonano un bel “tanti auguri a te…sorpresa!”
Non sono mancate le lacrime e anche le risate…
Giorgia, maniacalmente predisposta al punto croce: ha confezionato una tovaglietta. Mamy ha preparato un bel disegno perché è brava con penne e pennarelli e poi il discorso… Quello ve lo scrivo per chi quel giorno non c’era e perché descrive la nostra Mirella (e a chi non la conosce dico che è sfortunato):
“Ciao Suor Mirella, è difficile scrivere qualcosa a te senza che questo assuma toni degni di un concerto a violini, bene proviamo quindi a far suonare i nostri cuori e via i violini nelle custodie…
Intanto ti diciamo che siamo felicissime di poterti festeggiare, così almeno per una volta tutte possiamo dedicarci a te, tu lo fai sempre!
Oggi vogliamo portarti la nostra gratitudine, il nostro rispetto e la nostra infinita stima.
..é’ importante per noi sapere che ci sei oggi, domani ma soprattutto sempre nei nostri cuori.
da Volca Brescia | Apr 14, 2018 | Canton Mombello, Reinserimento, Verziano, Volontariato
Fondo CEI 8xmille Italia – Progetto Nazionale CARCERE 2017
Il titolo del progetto “eXtra Carcere” vuole essere filo conduttore di tutte le attività
programmate: alcune vengono svolte all’interno degli Istituti penitenziari, altre
invece sul territorio.
Una sorta di ponte fra la struttura penitenziaria e il territorio, soprattutto all’interno
di percorsi alternativi alla detenzione.
In accordo con le direzioni dei due istituti si è avviato il “Segretariato Sociale”; in
carcere: un “ponte”; tra le persone recluse e il territorio.
Il Segretariato Sociale raccoglie le istanze dei detenuti e verifica le condizioni
soggettive delle persone (a fine pena o con possibilità di accedere a misure penali
alternative alla carcerazione) fragili, con famiglie bisognose di aiuto, mancanti di
abitazione, di lavoro, con passato di dipendenze (alcol, farmaci, droghe, gioco).
Vengono favorite anche situazioni di housing sociale, per detenuti in permesso
premio, al fine di favorire la ripresa delle relazioni parentali.
I dati raccolti vengono diffusi alla “rete”; dei servizi alla persona (pubblici e/o privati)
alla ricerca di soluzioni che si prendano carico le problematiche evidenziate.
In collaborazione con il Tribunale di Sorveglianza, le Associazioni di Volontariato e le
Cooperative sociali, si attivano percorsi di inserimento lavorativo, di riqualificazione
professionale; con la possibilità di un periodo di accoglienza in housing.
L’obiettivo è aiutare gli ospiti a riconquistare l’autonomia. Ci si prende cura dei loro
bisogni e li si assiste sul piano sanitario e la tutela dei diritti per una loro personale
emancipazione.
L’obiettivo generale è la diminuzione della recidiva che si realizza con la
riabilitazione e re-inclusione sociale dei destinatari.
Il progetto supporta il lavoro dei volontari che tramite azioni di animazione,
coinvolgimento e sostegno morale all’interno del carcere, promuovono momenti
ludico-educativi all’interno degli Istituti e, quasi per contagio, propongono momenti
esterni per sensibilizzare e informare la comunità cristiana e civile, le scuole, gli
oratori, le CARITAS Parrocchiali e l’opinione pubblica con incontri e pubblicazioni.
“Voi per me siete come Gesù”
A marzo scorso Papa Francesco si rivolgeva così ai detenuti del carcere di San
Vittore. Sono parole forti che non erano dirette solo ai detenuti del carcere milanese
ma a tutta la popolazione carceraria. È con il rinnovato impegno della Chiesa nei
confronti di chi vive la sua vita dentro le mura che la Caritas Diocesana, seguendo le
parole di Papa Francesco, ha strutturato il Progetto “eXtraCarcere” condiviso con la
Pastorale Carceraria diocesana. Si tratta di valorizzare una lunga esperienza che la
Diocesi ha accumulato nel corso del tempo grazie all’impegno nelle due carceri del
territorio: la Casa Circondariale Nerio Fischione (Canton Mombello) di Brescia e la
Casa Penale di Verziano.
Il progetto è finanziato con i fondi dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica.