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Giustizia riparativa per ricucire le «relazioni ciclo di incontri»

Ciclo di incontri

Li promuove Casa della memoria, si parte il 18 Marzo con la ministra Cartabia

L’istituto della giustizia riparativa ha conosciuto, sino alla riforma Cartabia, una timida presenza nel codice penale, circoscritta ai reati minori. Può invece, costituire la base di una vera e propria rivoluzione. Ne è convinto Manlio Milani, presidente di Casa della Memoria, che a questo modello di risoluzione dei conflitti dedica otto incontri, da marzo a giugno, su «Giustizia riparativa e comunità: riprendere le parole la relazioni».

Gli appuntamenti saranno inaugurati il 18 marzo al palazzo di giustizia dalla guardasigilli Marta Cartabia. Proseguiranno sempre dalle 15 alle 18 fino al 23 giugno (con le riflessioni conclusive in Vanvitelliano) in presenza su prenotazione o online sul sito e sulle pagine YouTube e Facebook del Centro Teatrale Bresciano. Il 24 Marzo si parla di «Vittime e autori di reato», il 7 aprile focus sulla normativa italiana in materia (con il prof. Luciano Eusebi e l’avv. Andrea Vigani) e il 21 sulla giurisprudenza con l’ex magistrato Marco Bouchard. Il 5 maggio «Bibbia e giustizia riparativa» (con p. Giulio Bertagna), il 19 approfondimento sul contesto scolastico, il 9 giugno il sindaco Del Bosco e la direttrice del carcere Francesca Lucrezi tra i relatori dell’incontro dedicato alle comunità locali. Per info 03072978253.

«Fare incontrare l’autore del reato e la sua vittima, per riconoscere le motivazioni dell’uno e il dolore dell’altro, e arrivare a dare un senso a quello che è accaduto e, in qualche modo, a superarlo – ha spiegato Milani -. È la sfida della giustizia riparativa che tiene in considerazione non solo il reo, ma anche la vittima, i suoi diritti e il suo dolore». Dai ragazzini che imbrattano i muri della scuola e si sentono pronti a rimediare, al violento da Codice rosso che si confronta con la sua vittima e i concittadini. «Un sistema giudiziario in grado di domare la rabbia della violenza e ricostruire legami civici è oggi fondamentale – ha aggiunto Claudio Castelli, presidente della Corte d’Appello -. L’imperativo è porre la relazione umana al centro. La giustizia riparativa non va intesa come strumento di clemenza, ma un aiuto ad assumersi la responsabilità nei confronti di vittima e comunità». «Consente di sanare le fratture provocate dal reato – per Carlo Alberto Romano, docente di Criminologia all’Università di Brescia – e si apre alla possibilità di un sistema giudiziario in grado di domare la rabbia della violenza e di ricostruire legami civici tra i cittadini». All’iniziativa aderiscono i due atenei bresciani, l’Associazione nazionale magistrati e la Camera penale.

W.M.