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L’associazione Volontariato Carcere si lascia alle spalle un anno che non potrà essere dimenticato e riprende a erogare i suoi servizi a favore di una realtà, quella carceraria, già tanto debole e isolata.

Ripartono le attività del “Vol.Ca.”. L’associazione Volontariato Carcere si lascia alle spalle un anno che non potrà essere dimenticato e riprende erogare i suoi servizi a favore di una realtà, quella carceraria, già tanto debole ed isolata. “Se volgiamo lo sguardo all’anno passato – afferma la presidente, riconfermata per il prossimo triennio, Caterina Vianelli -, possiamo scorgere la luce dell’impegno, della responsabilità, della generosità di un servizio che, in modi diversi, ciascuno di noi ha saputo donare ad una realtà di grande emarginazione, quale è quella della reclusione”.

I colloqui con i detenuti. Nelle due strutture di Brescia e di Verziano potranno ora riprendere i colloqui con le persone detenute riguardanti informazioni di carattere generale o volti a fornire un sostegno morale e un aiuto nel percorso di reinserimento sociale, gli incontri di catechismo, l’animazione della Messa, il magazzino del vestiario, lo sportello del Segretariato Sociale sorto per iniziativa della Caritas come segno giubilare della presenza della Chiesa bresciana in carcere, il corso di sartoria e gli accompagnamenti per i permessi premio.

La sede riaperta. Potrà essere finalmente riaperta anche la sede di via Pulusella il cui personale gestisce pratiche amministrative, fornisce ascolto e sostengo anche economico a ex detenuti e ai loro familiari, offre un servizio di domicilio postale a persone prive di residenza, si occupa del rinnovo delle convenzioni per i lavori di pubblica utilità e coordina un magazzino con beni di prima necessità e prodotti per l’igiene personale.

L’accoglienza. Il “Vol.Ca.” ha in carico anche sei appartamenti per dare ospitalità a persone detenute in permesso e in misure alternative alla pena. “Abbiamo potuto mantenere aperti solo gli appartamenti, dove si sono accolti detenuti che la direzione del carcere e l’Uepe hanno preferito far uscire per limitare le possibilità di contagio”.

Le iniziative future. Nel corso dell’ultima assemblea sono state indicate anche le future iniziative che si ritiene opportuno mettere in campo. “Siamo alla ricerca di nuovi volontari necessari per avere energie nuove per lo svolgimento delle attività e cerchiamo la collaborazione con enti e istituti del territorio utili per aumentare la sensibilizzazione su questi temi. Cerchiamo di operare per favorire il più possibile l’alleggerimento delle strutture penitenziarie, finché non arriverà a compimento la realizzazione del nuovo carcere”.

Il sovraffollamento. Attualmente nelle carceri italiane sono recluse 53.661 persone, a fronte di una capienza di 47.445. Siamo lontani dalla quota 60.000, registrata nel picco dell’anno scorso, ma la situazione desta comunque allerta, in particolare nella situazione post-pandemia. Nella particolare categoria del sovraffollamento delle carceri, una recente indagine mette purtroppo il nostro Paese l’ultimo posto. E il “Nerio Fischione” di Brescia è da sempre tra i peggiori istituti penitenziari italiani. “Le iniziative che proponiamo –  conclude la presidente – sono in linea con le affermazioni del Ministro della Giustizia Marta Cartabia quando dice che “la certezza della pena non è la certezza del carcere, che per gli effetti de socializzanti che comporta, deve essere invocato quale ex trema ratio”. Il tema del sovraffollamento, come afferma il Ministro, è una questione “da affrontare su una pluralità di fronti” e sono da valutare misure alternative alla detenzione, soprattutto nei casi di “pene detentive brevissime”.

Vittorio Bertoni